Eccomi rientrata a riblogghettare.
Mi auguro stiate tutti bene, che abbiate passato buone feste e che l'anno nuovo sia cominciato bene per tutti.
Io ho passato dei bellissimi giorni in compagnia di persone fantastiche, come da tempo non succedeva: mi sono sentita immediatamente a casa. La stima, il bene, l'amore che queste persone, che nemmeno conoscevo, mi hanno saputo trasmettere in pochissimo tempo, accettandomi per come sono,
semplicemente Sonia, sono stati enormi.
Pochi giorni prima di Natale, dopo aver sistemato tutto ciò che c'era da sistemare, qui, a casa, una sera mi sono messa in viaggio da sola, con la mia nuova brum brum, con il bagagliaio pieno di borse, di regalini, di cioccolata svizzera e di buon vino ticinese. Ero diretta alla volta di Roma, per raggiungere
il mio moroso che mi attendeva da solo, trepidante (visto che erano ormai quasi due mesi che non ci si vedeva più) nella sua nuova casetta, che condivide con suoi due spassosissimi colleghi, ma che in quei giorni non c'erano perché avevano già raggiunto le loro famiglie, a Napoli, per festeggiare il Natale.
Una volta raggiunto il mio lui le vacanze sono cominciate.
Siamo stati insieme a gironzolare per la fantastica città di Roma: città nella quale ho finalmente potuto fare la conoscenza, davanti ad un'ottima pasta all'amatriciana grigia cucinata direttamente da lei, della spettacolare
Patty alias
Zefirina e della sua meravigliosa, colorata, allegra famiglia (ma non solo), e soprattutto di sua figlia, l'olandesina
Valentina, che in quei giorni era tornata per le feste.
Dopo due giorni, il viaggio è proseguito per la tappa più importante: destinazione Campania.
Mi aspettavano ormai da diversi mesi ed io attendevo di far la loro conoscenza: la numerosissima famiglia di Paolo. L'affetto, la simpatia che questa famiglia ha saputo trasmettermi in pochissimo tempo, anzi ore, è stato enorme. Di fronte a me, c'erano solo occhi che si illuminavano di gioia ogni qual volta conversavano con me.
Ho trascorso un Natale come mai l'ho passato prima, all'insegna della gioia, della semplicità, dello star bene insieme; la vigilia, per esempio, eravamo in una ventina di persone. Ho assaporato per la prima volta la vera unione familiare, quella basata sull'amore, sui sani principi, dove non esiste né invidia né dissapori.
Ma poi ho fatto anche la conoscenza degli stupendi suoi amici: anche loro mi hanno accolta benissimo.
La sera di Santo Stefano, dopo aver mangiato una pizza margherita (non potevo andarmene senza mangiare la Regina) in una stupenda casa di un carissimo suo amico, siamo ripartiti alla volta, di nuovo, di Roma: lui ancora per qualche giorno doveva lavorare.
Qui ho finalmente potuto conoscere i suoi due insuperabili colleghi di lavoro nonché coinquilini. Chi mi ha tenuto compagnia durante il giorno è stata la ragazza di uno dei suoi colleghi, con la quale ci siamo cimentate a cucinare, a risistemare casa, ad arredarla un po': l'abbiamo resa un po' più femminile, visto che è vissuta da tre maschietti.
Poi, per capodanno, siamo rientrati in Svizzera e per la prima dopo tanti anni, ho festeggiato la vigilia di capodanno insieme ai miei, ai miei (soprattutto mia mamma) che mi hanno chiamata tutti i giorni per farmi sentire che mi erano vicini. Abbiamo atteso la mezzanotte davanti alla mitica
Chinoise. Un piatto molto in voga alle nostre latitudini.